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CARCIOFO (CYNARA SCOLYMUS L.)

Il carciofo, oltre ad essere utilizzato nell'alimentazione umana, è una delle piante medicinali utilizzata fin dalla notte dei tempi. Come alimento pare infatti che fossero gli egizi ad iniziarne la coltivazione. Comunque sia le prime descrizioni botaniche si ritrovano nelle opere di Teofrosto (350 a.C.). Furono comunque gli arabi che intorno al 1400 che diffusero la specie attualmente nota, prima in Spagna e poi in Italia, mentre in Inghilterra e in Francia si diffuse un secolo più tardi.
Dal punto di vista terapeutico le prime indicazioni furono individuate da Galeno il quale prescriveva il decotto della radice nel vino, allo scopo di disintossicare l'organismo.
Solo nel XVI secolo, comunque, il medico Amatus Lusitanus, nella sua opera "Curationum medicinalium centuriae septem" (1555) ripropose le indicazioni preconizzate da Galeno. Da questo momento in poi gli studi e le applicazioni sulla pianta si moltiplicarono passando attraverso "l'Herbario novo" di Castore Durante, il "Trattato universale delle droghe" (1698) di Nicola Lemery, " l'Abregé de l'histoire des plantes usuelles" di Chomel il quale fu fra i primi a puntualizzare le indicazioni principali della pianta: l'ittero e la ritenzione idrica. Dopo di allora molte altre opere descrissero le caratteristice "virtù" delle foglie.
Ma vediamo di procedere con ordine.
In questo ortaggio sono state individuale molte sostanze capaci di avere effetti benefici sull' organismo. Al di là dei vari nomi ( eterosidi fravonoici, composti polifenolici tra cui la cinarina, lattoni sesquinterpenici ecc) quello che è importante sottolineare è che queste sostanze (chiamate più propriamente "principi attivi") hanno la proprietà, scientificamente dimostrata, di trattare condizioni come l'aumento del colesterolo del sangue, la ritenzione idrica e l'aterosclerosi.
Gli studi al riguardo sono veramente numerosi. Nella prima metà del l secolo scorso, quando i "farmaci" erano quasi tutti di origine vegetale, gli estratti di carciofo furono studiati ed utilizzati in molte affezioni del fegato (specialmente) e dei reni.
Ma negli ultimi 20 anni la ricerca clinica e, specialmente sperimentale, si è ulteriormente affinata e accanto alle indicazioni classiche si sono trovate e scoperte altre proprietà in questa preziosa pianta medicinale.
Ad esempio, sperimentalmente, si è notato il grande potere antiossidante, capace di attenuare l'invecchiamento accelerato dei tessuti determinato dall'alimentazione disordinata, dal fumo di sigaretta, e dalle varie alterazione dello stile di vita. E' questo è dato documentato non solo sul fegato ma anche sul cuore e sui vasi sanguigni.
A questo proposito ricordiamo che i vasi sanguigni sono protetti nel loro interno da cellule (endotelio) il cui corretto funzionamento è essenziale per prevenire l'aterosclerosi. Ebbene gli estratti di carciofo proteggono l'endotelio dei vasi opponendosi anche lungo questa via alla comparsa dell'ateroscerosi.
Ma numerosi altri studi sono comparsi anche in questi ultimissimi anni, studi che sottolineano come quanto evidenziato agli albori della medicina abbia un preciso riscontro scientifico.
Non è un caso, quindi, che gli estratti di carciofo, siano una delle circa 70 piante medicinali presenti nella Farmacopea Ufficiale Italiana.




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